Nei precedenti articoli abbiamo analizzato alcune opere d’arte custodite nel territorio crespinese. Il passato che rese tanto glorioso questo luogo ci ha donato una grande varietà di quadri dei pittori più rinomati del tempo. Gaetano Gandolfi, Benvenuto Tisi da Garofalo, Ippolito Scarsella, Jacopo Alessandro Calvi, Giovanni Francesco Barbieri ed ora parleremo anche di Alberto Mucchiati.
Chi era Alberto Mucchiati?
Alberto Mucchiati nasce a Ficarolo, piccolo comune della provincia di Rovigo, nel 1744. Fin da giovane intraprende la carriera di pittore. Inizierà i suoi primi studi sotto la guida di Giuseppe Antonio Ghedini, noto per aver insegnato l’arte ad alcuni dei pittori più importanti dell’epoca. Grazie al suo talento e alle capacità acquisite diventa uno dei massimi esponenti della scuola pittorica ferrarese del XVIII secolo. Scuola che ebbe inizio nel 1441-1450 con Cosmè Tura, Francesco del Costa ed Ercole de Roberti. Lo stile ferrarese nacque dall’aggregazione delle caratteristiche pittoriche di artisti del calibro di Andrea Mantegna, Jacopo Bellini e Piero della Francesca. Alberto Mucchiati ha raffigurato principalmente dipinti a soggetto religioso. Durane il periodo napoleonico svolse anche mansioni di conservatore. Fu insegnante all’Università di disegno di Ferrara nonché maestro del pittore ed incisore Gaetano Domenichini. Morì nel 1828 all’età di 84 anni.
Alberto Mucchiati a Crespino
Come ben sappiamo la costruzione della nuova chiesa doveva essere imponente al fine di accogliere tutta la popolazione di Crespino che era in continuo aumento. Anche gli interni dovevano essere di notevole pregio, così l’allora arciprete Antonio Brunelli decise di contattare i più noti artisti dell’epoca e tra questi vi era anche Alberto Mucchiati. Il primo agosto 1779 venne commissionata al pittore un’opera raffigurante Sant’Antonio che fu ultimata entro l’anno. Qualche mese dopo l’arciprete Brunelli gli commissionò le pale d’altare raffiguranti “la Madonna del Carmine”, e “Le Anime del Purgatorio”, opera andata distrutta. I due dipinti attualmente custoditi nella chiesa arcipretale dei santi Martino e Severo, sono stati restaurati dalla Soprintendenza alle Gallerie del Veneto nel 1967.
L’altare della Madonna del Carmine
Primo altare della navata destra, entrando in chiesa, in stile barocco con colonne ad effetto marmoreo dal colore verde e rosso. La pala d’altare è stata dipinta nel 1779 su tela ed è un’opera di 216cm x 205cm. Nel dipinto si nota la Vergine che offre lo scapolare. A questo altare era legata una confraternita che godeva di preghiere speciali dopo la morte oltre che ad una sepoltura comune nel cimitero.
L’altare di Sant’Antonio
Secondo altare della navata destra, anch’esso in stile barocco con 4 colonne tortili e una pittura marmorea di colore verde scuro alternato a sezioni più vivaci. Questo altare ospita una quadro del pittore Alberto Mucchiati, raffigurante Sant’Antonio. Il dipinto realizzato su tela con colori ad olio ha le dimensioni di 295cm x 183 cm. L’altare venne in parte distrutto alla fine del 1700 a causa del cedimento del campanile. Il restauro si prolungò fino all’anno della consacrazione della chiesa. Anche questa opera aveva una confraternita di riferimento i cui membri ogni 13 giugno durante la processione vestivano di sacco.