Vermocane, un nome che già da solo non promette niente di buono. Fino a poco tempo fa se ne trovavano molti nell’area del canale di Suez, ma con il riscaldamento del Mediterraneo, sono aumentati anche nelle coste italiane.
Vermocane
Fino a poco tempo fa questa specie era piuttosto sotto controllo, ma con le ondate anomale di caldo degli ultimi due, tre anni si è moltiplicata in modo esponenziale. Questo verme, mangia di tutto. E’ una specie carnivora, vorace e sta proliferando anche nelle acque del Mediterraneo, creando disagi sia alle specie che popolano le riserve marine, come i coralli, sia ai pescatori che possono ritrovarsi con le reti saccheggiate. Ma Cos’è esattamente il vermocane?
Detto anche verme cane, verme di fuoco o verme di mare, è un verme marino, un anellide. Ha delle setole urticanti e, se infastidito o anche urtato inavvertitamente, può infliggere dolorose irritazioni lanciando gli aghi a uncino. In caso di puntura si possono rimuovere le minuscole setole urticanti con un nastro adesivo, mentre l’applicazione di alcol può alleviare il dolore. Nello specifico, le loro tossine sono state al centro di ricerche mirate.
Specie aliene nel Tirreno
Se la puntura avviene in punti in cui la pelle è spessa si sente un bruciore localizzato, ma se vengono punte zone in cui la pelle è più sottile, come l’incavo del gomito o quello del ginocchio, allora il dolore è decisamente forte e duraturo. Se ne trovano di diverse dimensioni, da pochi centimetri di lunghezza fino a 30 centimetri. Il vermocane vive sui fondali marini, soprattutto rocciosi e si può trovare a basse profondità. Si nutre principalmente di sostanze in decomposizione come pesci morti.
Non è raro trovarne un gruppetto mentre avvolge e si nutre di un pesce morto. Anche lui come altre specie, non è endemica del Mediterraneo. Però con le ondate anomale di caldo degli ultimi due-tre anni si è moltiplicata a dismisura e mangia di tutto. Capita di trovarli anche fino a riva”. A confermarlo è l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale.
Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – Vermocane
Questi animali, dicono gli esperti, sono anche capaci di rigenerarsi quando vengono spezzati in due, sono dotati di aculei che contengono tossine urticanti e sono, sostanzialmente “predatori insaziabili”, tanto da mangiare tutto il pesce catturato nelle reti dai pescatori. In alcuni casi possono anche raggiungere il metro di lunghezza. Anche il vermocane, come altre specie che ci stanno facendo tribolare, non hanno nemici, se spezzati in due si rigenerano. Sono diventati così una specie invasiva, minacciosa per gli animali che vivono nelle riserve naturali marine, compresi i coralli, e per il lavoro dei pescatori. Sempre più frequentemente, infatti, i pescatori trovano i pesci presi nelle reti uccisi da questi animali inarrestabili. Frequenti anche le ferite nei pescatori, che spesso sono costretti a ricorrere al cortisone. I vermocane hanno raggiunto anche scogli e spiagge e per mettere in guardia dai possibili danni, i biologi dell’Ogs hanno promosso una campagna di informazione.