Tin bota il motto che sta contraddistinguendo la rinascita romagnola, ed è intramontabile. E’ questo il momento di aiutare questo popolo allegro e che ci ha sempre accolto in vacanza. Dobbiamo aiutare l’economia dell’Emilia Romagna, quindi andiamo anche solo per un fine settimana e acquistiamo i prodotti d’eccellenza.
Tin bota
L’alluvione, le frane e la ricaduta economica sono e saranno catastrofiche, ma noi possiamo fare la nostra parte, andando o tornando in vacanza lì. Tanti di noi hanno degli amici sul posto, chiamiamoli, ci confermeranno che la costa ci può accogliere ancora.
Ci sarà ancora da divertirsi, si ballerà e i locali hanno bisogno di rimettersi in piedi e fare cassa. Del resto la costa non ha avuto danni irreparabili e molte spiagge sono state subito ripulite. Altre con il rinascimento si rifaranno il trucco. Tanti stranieri però hanno già disdetto ed è stato un errore. La stagione non è neanche iniziata e sarà lunga, non è affatto compromessa. Abbiamo l’opportunità di aiutare la regione Emilia Romagna e sarebbe un peccato non farlo. Ciò che temono gli albergatori della zona è che le immagini del disastro possano far credere ai potenziali turisti che la Romagna non sarà praticabile a breve.
Prodotti tipici romagnoli
Ciò non è affatto vero, al contrario, sulla sosta la gente si è già data da fare e sarà pronta per i prossimi fine settimana per accogliere i turisti. Stanno tornando velocemente alla normalità. Non ha senso che piovano cancellazioni, anche perché le vie di comunicazione verso il mare sono quasi tutte praticabili, o lo saranno a breve. A preoccupare quindi non sono tanto i turisti italiani, che stanno capendo che in Romagna si sta tornando alla normalità.
Quello che è invece importante è puntare sui mercati stranieri, perché fra loro non c’è la percezione di quello che sta accadendo esattamente. Per loro il disastro riguarda la costa adriatica, ma non è affatto così. Tutto ciò è rischioso per l’economia del territorio della costa, che dal «balneare» dipende per buona parte dell’anno. Almeno noi italiani non dobbiamo cadere nel tranello. Tanti ragazzi si pagano l’università lavorando in estate sulla costa.
Prenotare a Rimini e Riccione
Basta pensare a Rimini, dove un po’ ovunque bagnini e volontari hanno letteralmente spazzato via il lascito della furia dei fiumi. Ci sono altri motivi per andare in vacanza in Romagna, ovvero perché a noi italiani piace mangiare bene. E’ questo il momento di acquistare alcuni prodotti d’eccellenza, o comunque di spendere in zona. L’Emilia Romagna è la patria delle pesche nettarine, kiwi, albicocche, pere, susine, mele, kaki e ciliegi. Queste eccellenze, sono a rischio.
L’agricoltura è in un momento critico, quindi compriamo prodotti romagnoli. Sappiamo che sono d’eccellenza, quindi se troviamo le ciliegie con un segno o le albicocche con una macchia, compriamole ugualmente. Riportiamole a casa dopo un week and al mare, al limite ne faremo marmellate. Ricordate che le pesche e le nettarine di Romagna Igp le cui origini risalgono al XIX secolo, ma anche le albicocche Reale e Val Santerno di Imola, sono fantastiche.
Frutta di Cesena – Tin bota
Sono due varietà autoctone di grande qualità che già dal 1900 rappresentano una delle principali fonti di reddito per le aziende agricole del territorio. I coltivatori dovranno affrontare anni duri ed è ora il momento di aiutarli e comprare.
E’ minacciata anche la Ciliegia di Cesena, una varietà anch’essa dalle origini antiche e molto amata per il gusto e la consistenza della polpa. Così come la fragola di Romagna, i cui campi sono da decenni parte integrante del paesaggio rurale dell’entroterra ed ora sotto finiti sott’acqua. Poi ci sono gli allevamenti di animali, tra mucche, suini, pecore e i derivati. La salama da sugo e tutti gli insaccati, compriamoli sul posto, durante una lunga o breve vacanza.
Fonte foto – Facebook