Per parlare dell’arrivo della famiglia Gonzaga a Crespino dobbiamo fare un salto nel passato. Era la prima metà del 1600 quando in Europa si scaturì una forte epidemia di peste, nota con il nome di peste Manzonica. Questa epidemia fu causata dalle scarse condizioni igieniche del tempo oltre che da una grave carestia che coinvolse l’Italia Settentrionale. A veicolare la malattia infettiva furono soprattutto le legioni che si mossero in questi territori per via della guerra di successione di Mantova e del Monferrato.
Come mai iniziò la guerra di successione di Mantova e del Monferrato?
Nel 1627 morì il Duca Vincenzo II di Gonzaga, ultimo discendente diretto della famiglia Gonzaga, così il cugino Carlo I rivendicò i suoi diritti sul territorio. All’ascesa di Carlo I come Duca di Mantova e del Monferrato si opposero il Duca di Savoia Carlo Emanuele I e la Spagna che controllava il ducato di Milano e non gradiva il confinante Carlo I in quanto filo-francese. Scoppiò così una guerra, per la successione al trono, che vide Francia, Serenissima e Carlo I contro il Duca di Savoia, la Spagna e Ferdinando II. Quest’ultimo era il imperatore del Sacro Romano Impero e cugino del Re di Spagna.
Scoppio della guerra
Il Re Ferdinando II inviò un esercito di Lanzichenecchi per l’occupazione di Mantova. Successivamente intimò Carlo I la lasciare il Ducato di Mantova ma questo rifiutò. Le truppe asburgiche furono il principale veicolo della peste in Italia Settentrionale. Carlo I, duca di Mantova, sperava nell’aiuto del Re di Francia Luigi XIII ma le cose non andarono secondo i piani. Ben presto, il Duca trovatosi solo con una città ormai devastata dalla fame e dalla peste, il 18 luglio 1930, dovette arrendersi alle truppe asburgiche di Ferdinando II. Iniziò così la fuga di Carlo I e della sua famiglia.
La fuga del Duca Carlo I di Gonzaga
Il Duca in fuga decise di rifugiarsi nel vicino ducato di Ferrara, insieme al figlio Carlo Gonzaga Nevers, la nuora Maria Gonzaga, il segretario Bonaldi e Caffiri, il tesoriere Berseni e alcuni servitori. Intanto l’ingresso ad alcuni territori del ducato ferrarese era stato vietato per evitare il propagarsi dell’epidemia di peste. Il Duca di Mantova chiese asilo politico alla Serenissima ma questa si rifiutò di accoglierlo e così il cardinale di Ferrara Sacchetti, gli propose di rifugiarsi a Crespino. Analizzando l’archivio parrocchiale si scopre la presenza di due fascicoli inerenti i decessi, in questo periodo storico, a causa della peste. All’epoca Crespino era ancora considerato un territorio salubre e questo ci fa pensare quanto fu devastante questa epidemia. Per arrivare a Crespino il Duca di Mantova dovette passare per i comuni di Melara, Bergantino, Massa Finalese, Stellata e Pontelagoscuro.
L’arrivo dei Gonzaga a Crespino
Crespino fu per la famiglia Gonzaga un territorio di quarantena. Si può ben comprendere quanta fosse la paura della popolazione locale nei confronti dei signori mantovani, temuti in quanto considerati portatori dell’epidemia. A Crespino la famiglia ducale venne subito accolta dal parroco Alfonso Achilli e dalle famiglie nobili del territorio. Tra queste ricordiamo i Bevilacqua, gli Estensi-Tassoni, i Pio di Savoia, i Turchi e i Malaspina. E’ noto che la signoria Mantovana venne accolta a Selva di Crespino quindi è facile dedurre che vennero ospitati nella villa della Marchesa Taddea Malaspina. La Corte Malaspina era l’unica residenza nella frazione di Crespino che potesse essere abbastanza lussuosa per accogliere una famiglia così importante. A Crespino la signoria mantovana ricevette grande solidarietà dalla comunità che donò loro quanto necessario per la permanenza, in quanto erano scappati dalla guerra portando con se solo i vestiti.
Rogiti dei Gonzaga redatti a Crespino
A testimonianza della loro presenza nel territorio, vi sono alcuni atti notarili e lettere che riportano Crespino come luogo di redazione. Il Duca Carlo I ordinò al governatore di Crespino, Bartolomeo Serena, di provare a recuperare tutti i possedimenti che aveva a Mantova e nel Monferrato. Inoltre, quando Carlo I venne a conoscenza dell’imminente spartizione del territorio mantovano, decisa durante la Pace di Ratisbona, ordinò al notaio di Crespino, Antonio Donini, di inviare due lettere di protesta a Papa Urbano VIII. La prima venne inviata da villa Principe Pio di Savoia, a Crespino, mentre la seconda da Ariano. Altri atti tipo il testamento del tesoriere del Duca e altre lettere di Carlo I e della nuora Maria Gonzaga, vennero scritte in canonica a Crespino.
Come si concluse la storia di Carlo I di Gonzaga?
La guerra di successione di Mantova e del Monferrato si concluse con i trattati di pace di Cherasco, comune torinese.
I trattati siglati il 6 aprile 1631 riconoscono Carlo I come Duca di Mantova. Al Duca di Savoia, Vittorio Amedeo, vengono riconosciuti i territori di Trino ed Alba e la Francia ottenne la supremazia su Pinerolo. Il Duca Carlo I di Gonzaga è conosciuto per aver risanato la condizione socio-economica di Mantova in seguito alla guerra. Morì il 22 settembre 1637 ed attualmente le sue spoglie si trovano nella Basilica di Santa Barbara.