Gavello una storia antica e anche molto affascinante. Nella storia del Polesine, Gavello è davvero molto più di un piccolo borgo. Gavellum-Gabella rimanda alle riscossione dei tributi, ma c’è molto di più. Del resto, il sito, sviluppatosi in seguito ad un ramo ormai estinto del Po di Adria; testimonia un’origine antichissima.
Gavello una storia antica
Alcuni ragguardevoli ritrovamenti archeologici, rinvenuti lungo il confine con Crespino nella località detta “Larda”, sono davvero sorprendenti. Tali reperti riconducono evidentemente alla presenza di un villaggio coi i suoi confini; dotato di fossati e argini relativi. Vi erano capanne poste su impalcature di legno. Questo primo insediamento di cui abbiamo notizia, è inquadrabile pressappoco intorno all’età del bronzo.
Ovvero XII sec a.C. Successivamente nella fase etrusca, tra il VI e il V sec. a.C.il sito si delinea molto evoluto dai manufatti. Restituisce oggi reperti archeologici pregevoli. Parliamo del “Cavaliere di Gavello”, o il “Kouros” di bronzo. Entrambe le preziose statuette si trovano nel museo dei Grandi Fiumi di Rovigo. Dobbiamo tali scoperte e l’inquadramento di determinati siti, alla lungimiranza di taluni appassionati. Al riguardo, nel 1724 il conte Silvesti, evidentemente “investigatore”, rileva in modo mirato nella parrocchiale di Santa Maria delle Grazie; numerosi e significativi reperti relativi al periodo romano.
Etruschi in Polesine
Riguardo Gavello, per mancanza di ricerche mirate e scavi, vi sono carenze in una catena temporale da ricomporre. Tuttavia il piccolo ma importante centro riemerge prepotente pietra angolare in epoca medievale. E lo fa in modo rilevante riguardo un contesto politico bellico, tra i conflitti bellici tra i Longobardi e i Romani. Eppure abbiamo ancora una stele funeraria romana, con dedica alla schiava divenuta liberta.
Poi anche in località Dossi, nel corso degli anni ’60 del ‘900, emergono altri reperti archeologici locali. Durante dei lavori comunali necessari, su una fognatura; sono emerse altre due epigrafi. Doveva esserci una via, poiché le sepolture si facevano lungo le consolari fuori dai centri abitati. Tali reperti sono inerenti a “Quintus Accius” e a “Lepidia Flora”, del I sec. dopo Cristo.
Inoltre abbiamo la clamorosa sepoltura di un uomo crocefisso. Forse era uno schiavo di un’età pressappoco inquadrabile sui trent’anni; anziano per quell’epoca. L’uomo aveva quindi subito il supplizio riservato alle classi più umili. Tra corsi e ricorsi storici, emerse anche una via di collegamento secondaria di servizio nel tratto Adria-Trecenta; per confluire poi nella più nota strada Bologna-Aquileia.
Carlo Magno
Quindi possiamo dire che da Gavello emergono molti altri reperti importanti, quanto affascinanti. Parliamo ad esempio della via di Gavello, databile intorno al 153 a.C. E poi ancora, tra corsi e ricorsi storici, l’esercito di Ravenna si scontra con l’esercito papale. Alla metà del VII secolo, lì arcidiocesi di Ravenna retta da Mauro, aveva tentato il distacco dal papa. L’operazione non va a buon fine e l’area torna sotto l’egida di Roma e Ravenna con il territorio basso polesano seguono questa situazione. L’area torna formalmente sotto l’egida del papato; anche grazie all’intervento militare dei Franchi. Poi però malgrado atti importanti come la sottomissione con i beni che passano al papato; l’intera area di fatto passa sotto l’egida di Carlo Magno. il resto è storia, in gran parte ancora da studiare.
Molto interessante