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Le ultime 24 ore- La Commissione d’Este

L’ottocento è stato un periodo di forti cambiamenti socio-politici che causarono ripercussioni a volte positive e talvolta negative. E’ il periodo in cui l’Italia viene liberata da Napoleone, passando sotto il controllo austriaco. Qualche anno dopo iniziarono le guerre d’indipendenza, si verificarono i moti rivoluzionari noti come :”la boje” e soprattutto fu il secolo del brigantaggio. Questo fenomeno fu uno degli effetti collaterali del XIX secolo che portò alla creazione della Commissione d’Este. Fin dalle sue origini il banditismo aveva come causa di fondo la miseria.

L’origine del Brigantaggio in Polesine

Crespino entra a far parte della dominazione austriaca con il Trattato di Vienna e più precisamente per via della collocazione geografica, entrerà nel territorio del Regno Lombardo Veneto. In quegli anni la condizione socio-economica era molto grave, soprattutto per coloro che non colsero le iniziative di carattere capitalistico, concesse dagli austriaci. Tali iniziative sommate alla maggiore tassazione e all’imminente crisi, portarono allo sviluppo del brigantaggio, un fenomeno che coinvolse tutta la penisola italica. La fame accompagnata alla decadenza dei valori causarono furti, assalti, rapine, incendi e talvolta anche omicidi.

Nasce la Commissione d’Este

Il governo austriaco per fronteggiare il banditismo che si stava sviluppando tra Rovigo-Padova e Mantova, istituì una Commissione Militare Inquirente. Tale organo conosciuto anche come Commissione d’Este si insediò il 16 aprile 1850 ed era affiancato da un tribunale che nel più breve tempo possibile doveva emettere un “giudizio statario”. Tale giudizio era regolamentato dall’articolo 500 del codice dei delitti austriaco.

Il condannato dopo la confessione che poteva essere estorta attraverso bastonate o lunghi digiuni, doveva firmare il capo d’imputazione. L’inquisito non aveva la possibilità di ricorso. La condanna doveva eseguirsi entro le 24 ore e consisteva nella pena di morte che poteva essere commutata in forti somme pecuniarie e il carcere duro da 10 o 20 anni. Nelle tre province gli arresti coinvolsero 29.500 persone. Dei 1144 inizialmente condannati alla pena capitale, 414 venero fucilati mentre gli altri commutarono la pena. Nella provincia di Rovigo vennero arrestate 500 persone. 250 polesani ricevettero la condanna a morte espugnata tramite fucilazione. Nelle ultime 24 ore il condannato poteva usufruire dell’assistenza religiosa, dopo di che gli imputati marciavano incatenati fino al luogo della fucilazione, seguiti da un carro con le casse da morto. Allineati, ricevevano l’ultima unzione e terminata la fucilazione un medico militare controllava che tutti fossero morti.

Crespino sotto i riflettori

Consapevoli di quanto già accaduto nel 1809 con l’insurrezione Napoleonica, dopo i fatti della Carboneria Polesana e considerato il crescente fenomeno del banditismo nel 1851 il governo austriaco istituì delle sedute statarie a Crespino. Dalle notificazioni si evince che molte furono le famiglie prese d’assalto dai banditi che anch’essi erano numerosi. Spesso pescatori, mugnai, contadini, giornalieri e operatori di stalla colpiti dalla crisi, dalle continue tasse e dalle restrizioni di commercio. Tra le varie testimonianze ricordo quanto avvenuto nella notte tra il 3 e il 4 febbraio 1838.

All’improvviso un rumore sveglia i coniugi Antonio Pavani detto Ombrea e Giovanni Travagli abitanti del Borgo Aguiaro. Tre individui armati fermarono Ombrea mentre accorreva da Travagli. Lo afferrano, lo legano e lo gettano nel letto insieme alla moglie. Coperti e percossi vengono intimoriti di fare silenzio. I banditi chiedevano soldi ma non avendo pronta risposta, iniziarono a rompere e ad aprire le casse estraendo quanti più soldi e valori possibili. Nella stanza vicina dormiva Giuseppina Trevisan, anch’essa assalita da un malfattore che con un coltello in pugno la minacciava di morte, ferendola ad una mano.
Le ultime 24 ore- La Commissione d’Este ultima modifica: 2020-07-03T09:00:00+02:00 da Gianmaria Alberghini

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