Villa Nani Mocenigo si trova a Canda ed è avvolta da una leggenda. Si tratta di una struttura prettamente rinascimentale; davvero molto bella, d’ispirazione palladiana e davvero anche molto scenografica. Tuttavia, forse però la dimora è nota per ben altri motivi.
Villa Nani Mocenigo
Villa Nani Mocenigo quindi, suscita ancora oggi meraviglia e stupore per l’imponenza e davanti a lei, si prova anche un certo timore reverenziale. Ci troviamo nel Polesine, tra i due fiumi, e tra le acque tremebonde e le nebbie, tutto è più sfumato. Tra il 1400 e il 1700, molti nobili sceglievano queste zone per dimorare, tra ville, e panorami sconfinati e scenari bellissimi. I lavori della casa in questione iniziarono nel 1580 per opera di un allievo del Palladio. Il complesso comprende la casa padronale un grandissimo parco, una cappella, e una cinta muraria.
Tuttavia, tra la “Serenissima”, i ferraresi e mantovani, non mancavano scaramucce e non solo. E’ in questo scenario che si colloca la nostra villa. Ricche famiglie veneziane acquistavano grandi appezzamenti di terra, con il dovere però di bonificarli. Eppure qui si dipanavano anche vicende personali e drammi umani molto comuni.
La Contessa triste
Si dice che sia qui che vaghi ancora il fantasma della contessa Nani. Ella era soprannominata appunto “Contessa triste”. Si narra, tra velette, nastri, cipria di un destino che era in agguato. Nel 1600 la contessa Nani venne lasciata dal suo amato quando ancora risiedeva a Venezia. Ella però era talmente disperata e sconvolta, che i familiari pensarono fosse del tutto impazzita e i sali non bastavano. Allora il fratello della sventurata, ordinò che la contessa venisse rinchiusa assieme alla una dama da compagnia nella nuova residenza di Canda.
Qui avrebbe dovuto ritrovare gioia e serenità, ma i mesi passavano e lei non migliorava affatto, povera sventurata. Orbene, un giorno, la contessa di colpo tornò allegra. Cominciò così a organizzare feste e a ricevere ospiti. Poco dopo si dice che lei e la sua dama iniziarono ad uscire, andando dal fabbro per comprare dei rasoi.
Canda
I ricevimenti continuarono e la contessa cominciò a conquistare molti signori con i suoi modi e la sua grazia da gran dama. Tuttavia, strane ombre si addensavano sulla villa, poiché ogni notte la contessa cambiava amante. Si iniziò a diffondere la voce che al mattino ogni uomo spariva, si dileguava. Ahimè, si scoprì che la contessa gettava i suoi amanti in un pozzo pieno di rasoi! I malcapitati cercavano di raggiungere il canale; ma con estremo dolore procurato dai terribili tagli.
Forse era la terribile vendetta della dama che non aveva affatto dimenticato d’essere stata abbandonata. La contessa e la dama di compagnia sparirono a loro volta nelle nebbie; senza venir mai più ritrovate, finché i fantasmi infine non apparvero alle generazioni successive che abitarono la casa. Tra miti e leggende, oggi comunque possiamo ammirare il parco che è rimasto intatto dal 1775; allestito come giardino all’inglese.
Ville palladiane
Possiamo ammirare anche numerose statue mitologiche di pietra dei monti Berici. Oppure la cappella a pianta ottagonale situata in un angolo del parco. Dallo stile potrebbe risalire sicuramente al Cinquecento, perciò doveva essere stata costruita durante o dopo la costruzione della villa. Troviamo inoltre lungo la cinta muraria delle costruzioni di servizio risalenti al Cinquecento. Questi erano edifici adibiti come scuderia e dimora per la servitù. La Villa è dunque un’attrazione notevole, molto importante per ricostruire la storia del Polesine che comprende un arco temporale che va dal ‘500 al ‘700.
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