E’ la metà del 1700 quando gli abitanti della borgata Aguiaro fanno richiesta della costruzione dell’oratorio, dedicato ai santi Pietro e Paolo, nel centro storico del borgo.
Le strade non erano asfaltate ed arrivare in piazza nella chiesa arcipretale risultava un’impresa ardua. Durante l’inverno spesso le pozzanghere, il fango e il ghiaccio impedivano il percorso mentre d’estate si affondava nella polvere.
La borgata si rivolse dall’allora parroco Mons. Eustachio Zagatti il quale inoltrò la richiesta, dei compaesani, all’arcivescovo di Ravenna.
L’arcivescovo Ferdinando Romualdo Guiccioli volle la certezza che in seguito alla costruzione, la borgata si sarebbe occupata del mantenimento della struttura. Solo dopo il versamento di 120 scudi d’oro da parte di Giovanni Colla e Giacomo Vantini, l’arcivescovo concesse le autorizzazioni per procedere. Per la costruzione collaborò tutto il borgo, sia economicamente che manualmente. In tempi record, la struttura venne ultimata durante la quaresima del 1747. Finita la costruzione l’arcivescovo Ferdinando inviò il decreto che permise la celebrazione della messa festiva fatta eccezione di alcune festività che dovevano essere obbligatoriamente seguite nella chiesa principale. Tali festività erano il Natale, Pasqua e Pentecoste.

Documento della consacrazione
I titolari dell’oratorio
Fin da subito si volle intitolare l’oratorio ai santi Pietro e Paolo.
Pietro nella chiesa Cattolica è ricordato come il patrono dei fabbri, cordai, pescatori, calzolai e costruttori di ponti, reti da pesca e navi. San Paolo invece è il protettore dei cordai e dei cestai. Questi erano tra l’altro i principali lavori degli abitanti della borgata, ecco che appare ovvia la motivazione di tale intitolazione.

Santi Pietro e Paolo dello scultore Luigi Santifaller
I proprietari dell’immobile
Dagli atti costitutivi appare che i proprietari dell’oratorio sono gli abitanti della borgata che si assumono ogni responsabilità verso il mantenimento della struttura. Gli stessi Colla e Vantini fecero da garanti perchè l’oratorio potesse esistere e donarono negli anni molti soldi anche per l’acquisto di suppellettili. Dopo 35 anni ai grandi finanziatori dell’oratorio si aggiunse il sig.Domenico Cotti. Una così grande generosità iniziale, fu forse anche la rovina della struttura in quanto gli abitanti avendo dei garanti, iniziarono a disinteressarsi del mantenimento della struttura. Questo comportò un lento decadimento dell’oratorio. Dopo 92 anni dalla costruzione, l’immobile era in rovina e così l’allora parroco Mons. Antonio Colla fece preparare un preventivo di L. 119,35 per il restauro. Il parroco sollecitò gli abitanti della borgata, proprietari dell’immobile affinché restaurassero l’oratorio. Le trattative furono lunghe ma alla fine tutto il borgo decise di rispettare i doveri di cui i loro nonni si erano presi carico.
I restauri
Tra il 1839 e il 1840 vennero svolti i lavori di sistemazione.
Ulteriori restauri vennero effettuati negli anni sessanta del secolo scorso e nel primo decennio del 2000.

Ultimo restauro
Oltrepassata la porta di ingresso si accede nell’unica navata dell’oratorio che termina con un’abside che accoglie una pala d’altare, probabilmente del 1800 di manifattura ferrarese ed autore incerto, raffigurante i santi Pietro e Paolo.
Fino a metà del secolo scorso vi erano altri tre dipinti ora custoditi nel museo arciprete dei santi Martino e Severo.
Tra le opere ancora presenti in oratorio vi sono due sculture dell’artista Luigi Santifaller originario di Ortisei.
Di notevole importanza e realisticità, sono l’altare, il soppalco per il coro e gli inginocchiatoi, in legno restaurati dal falegname Ottorino Casazza.

Interno dell’oratorio
Fino al 1976 il 29 giugno, giorno in cui si celebra la festa in ricordo dei Santi Pietro e Paolo, era un giorno festivo concordatario.
Ogni anno presso l’oratorio il 29 giugno si celebra la messa con annessa processione.