Luigi Masetti nasce a Trecenta, nel cuore del Polesine nel pieno della seconda parte dell’ottocento. Resta nella storia come un particolarissimo ciclista, eclettico scrittore, viaggiatore temerario e non solo.
Luigi Masetti
Il Polesine lo ricorda come poeta, sognatore, anticonformista; direi anche ribelle e anarchico. Di lui però possiamo dire che è stato forse il primo cicloturista della storia. Il suo era uno stile di vita e ha lasciato l’impronta. Diciamo che Masetti è stato l’antesignano, di coloro i quali oggi fanno turismo in bici per il mondo, scrivendo anche un “diario di bordo”.
Autore di grandi imprese in viaggio e anche di reportage, Luigi Masetti aveva una fibra di ferro, avendo attraversato paesi e continenti sulle due ruote. La vocazione di questo nostro territorio per la bici è notoria e probabilmente molta gente all’epoca scambiò il Masetti per un corridore vero e proprio, per un atleta insomma. Non credo di sbagliare dicendo che questo “bici reporter”, è stato fonte d’ispirazione per tanti. Egli, infatti aveva spesso al seguito piccole folle di sostenitori che seguivano le sue imprese, anche attraverso la stampa.
Cicloturismo
Anzi, verso la fine dell’Ottocento il Masetti realizza dei reportage e delle imprese che restano memorabili. Il suo primo viaggio su due ruote lo compie nel 1892: con una bicicletta faticosamente acquistata. Parte da Milano e percorre 3500 km lungo un tragitto europeo. Bisogna considerare che all’epoca la bici era eccentrica per definizione. I ciclo amatori avevano la reputazione d’essere personaggi sui generis “un po’ matti”, ma per le innovazioni è sempre così.
Lui però il Masetti è ben deciso e cocciuto, ed esordisce in modo epico percorrendo 3200 km attraversando diversi paesi europei. L’anno seguente decide di partire nientemeno che per un tour transoceanico. Un “viaggissimo” come lo definisce il Corriera della Sera, che finanzia l’impresa in cambio di un reportage accurato. Del resto era l’epoca che stava per sfociare nel futurismo! Masetti, cicloturista d’assalto, percorre 7000 km da Milano alla grande Esposizione universale di Chicago.
Ciclo viaggiatori
Lui “l’anarchico delle due ruote” di idee Mazziniane, continua a macinare chilometri indefesso. Partito a metà luglio 1893, Masetti giunge a Chicago dopo due mesi di viaggio: al termine della sua impresa è ricevuto dal Presidente degli Stati Uniti, non male! Questo incredibile pioniere ciclo viaggiatore pedala anche dall’Egitto alla Russia, dal Marocco alla Turchia, dalla Grecia a Capo Nord. Sempre con un bagaglio leggerissimo al seguito.
Lo fa con una bici pesante dell’epoca e su strade non proprio comodissime. Un’altra impresa epica, in cui percorre circa 5.000 chilometri, lo porta fino in Grecia, per poi raggiungere l’Austria attraverso i Balcani. Da lì si dirige al Monte Bianco, da cui riparte verso la Foresta Nera. Il Masetti mulina e macina strade e sentieri consumando ruote e forando camere d’aria, come si beve un bicchier d’acqua. Il 1º maggio 1900 parte per un’altra grande sgroppata di 18.000 km.
Luigi Masetti ciclo amatore
Approda in Marocco e poi risale fino in Norvegia. Tocca capo Nord, vira per la Russia, dove incontra Tolstoj. Riparte e giunge a Costantinopoli, quel diavolaccio di un Masetti! Come ogni grande epopea, anche quella di Luigi Masetti vede lentamente calare il sipario. Agli albori de ‘900 il mondo sta cambiando. Le automobili, le motociclette e il progresso lo lasciano indietro. Il nostro pioniere d’assalto resta nella storia come l’antesignano dei reporter, il pioniere dei corrispondenti d’assalto. In carriera macina in totale 105 mila chilometri in una decina d’anni. Nei suoi viaggi spesso ama incontrare italiani emigrati e gente semplice. Esiste anche un libro che narra le sue avventure, “L’anarchico delle due ruote” di Luigi Rossi editrice Ediciclo.
Mi permetto di non condividere il motivo del suo stop. Non il progresso ferma Luigi, ma la sua pianificazione. Si ferma come programmato e mette su famiglia, non abbandonando mai la bicicletta per i suoi spostamenti e partecipando come “tourista lepre” alla gara dei 600 km nel 1912 all’età di 48 anni.
cordiali saluti e un grazie a chi parla di lui