La via dell’Ambra, romantica e storica. La Terra tra Due Fiumi o Mesopotamia d’Italia, ma perché? Po ed Adige sono due fiumi croce e delizia di queste terre. Se risaliamo all’Età del Bronzo, quando questa terra era abitata già dai nostri antenati, già si lavorava una materia preziosa.
La via dell’Ambra
Esisteva una “Via dell’Ambra”, per ricordarci di come il flusso economico e commerciale, lungo il quale viaggiavano manufatti e materie prime fosse anche l’occasione per condividere idee e culture. I nostri antenati ebbero un ruolo importante nel processo di smistamento e anche di lavorazione dell’ambra; proveniente da molto lontano, ovvero dalle rive del Mar Baltico. Il Polesine era, infatti, l’area del nord Italia in cui i greci si recavano, facendo un lungo viaggio. Qui riuscivano a trovare l’ambra.
Facevano un lungo viaggio risalendo il mediterraneo, per la preziosa resina fossile; già lavorata e la vendevano a loro volta a prezzi elevati. Negli scavi archeologici di Campestrin di Grignano Polesine; una delle principali tappe d’arrivo della “Via dell’Ambra”, tra 2008 e 2009 sono stati riportati alla luce gli insediamenti riguardanti questo commercio. Parliamo di preziosa ambra lavorata. Così oggi è possibile conoscere; tutte le fasi della lavorazione di questa resina.
La via dell’ambra in Polesine e il commercio con i Greci
Basta ricordare le ricerche, a cura della ditta Sap di Mantova; a proseguimento delle indagini effettuate nel 2008 e 2009. Hanno accertato la presenza in epoca protostorica di un’area specializzata nella lavorazione dell’ambra, la preziosa resina fossile proveniente dai giacimenti delle coste del Mar Baltico. In particolare, l’ultimo scavo ha portato alla luce tre piattaforme ben delineate e delimitate da canalette per lo scolo dell’acqua; corrispondenti ai luoghi di lavoro degli artigiani dell’età del Bronzo.
Orbene, nello svuotamento delle canalette gli archeologi hanno rinvenuto molte perle in ambra; innumerevoli frammenti di ceramica decorata, palchi di cervo lavorati, manufatti in bronzo (tra i quali spiccano una pregevole fibula ad arco e un coltello con manico in osso). Tra l’altro è stata aperta una trincea lunga 26 metri in corrispondenza; di un antico fossato evidenziato durante gli scavi.
Archeologia Polesana
Il taglio operato nel terreno ha portato alla luce altre probabili postazioni di lavorazione dell’ambra; dell’argilla, dell’osso e del corno. La presenza di una zona artigianale così articolata lungo l’antico “Po di Adria”; permette di avvalorare l’ipotesi dell’esistenza tra XIII e XII sec. a. C. di un esteso villaggio di capanne che ospitava gli abitanti dell’antica Campestrin.
Queste scoperte evidenziano un ritrovamento di grande ricchezza; lasciando la sensazione che ci sia ancora molto da scoprire. Orbene, potrebbe crearsi un punto storico-archeologico; come pietra angolare a livello nazionale. L’auspicio è di poter riprendere gli scavi l’estate prossima con risorse disponibili; perché ritrovamenti di questo tipo arricchiscono la storia”.
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