La dote della donna polesana o “dota”, dal corredo in poi – itCrespino

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MEMORIA TRADIZIONI

La dote della donna polesana o “dota”, dal corredo in poi

La dote della donna polesana - Corredo Da Acquistare per la dotere

La dote della donna polesana, o la “dota” come si dice in dialetto, un tempo era estremamente importante per le ragazze da marito. Ci troviamo in una zona con una cultura plurimillenaria molto antica e certe tradizioni hanno attraversato le generazioni. Per affrontare questo argomento, dobbiamo addirittura risalire alla figura della donna paleo veneta; in lei risiede molto della cultura di questo popolo.

La dote della donna polesana

E’ sempre stato un onore avere una “dota” per la fanciulla. Tra corsi e ricorsi storici, arriviamo in un’epoca moderna, in cui la dote, è stata anche regolamentata da leggi. Un tempo, le famiglie delle coppie di fidanzati, magari durante il “filò”, prima di farli unire in matrimonio, stipulavano un contratto verbale.

La dote della donna polesana . Merletti Pregiati sul letto

Le classi agiate invece, lo facevano in forma tassativamente scritta. I “capitoli matrimoniali”, erano una prassi, molto importante per la “sicurezza della dote”; che poteva essere piuttosto cospicua. Con questo antico atto, risalente al diritto longobardo, la famiglia della sposa concordava e quantificava con il futuro sposo la dote e il corredo. Un tempo, una ragazza povera, senza dote, non poteva sposarsi. Tante lavoravano al telaio, per avere quel minino, per poter almeno sperare nelle nozze. Per le fanciulle benestanti invece, la dote consisteva  in case, terreni, argenterie. La dote era indispensabile.

La dote della donna polesana e il corredo

Non averla era una vera e propria tragedia. Ragion per cui, le ragazze povere, nelle campagne desolate, rischiavano addirittura di finire per strada. Anche per entrare in convento, era necessario avere una dote. Ovviamente la dote era proporzionata alle possibilità della famiglia, e allo status sociale dello sposo.

scaffalature - Stoffe colorate

Tuttavia, dopo le nozze la dote non diventava di proprietà dello sposo, ma lui poteva disporne. Inoltre, se la moglie moriva, la dote veniva restituita, ma Solo se non c’erano figli. Prima della celebrazione delle nozze, era uso descrivere dettagliatamente il valore totale della dote e del corredo matrimoniale. Era un vanto mostrare lenzuola pregiate in pubblico e allo stesso modo era umiliante non avere niente e non potersi sposare. Si esponevano lenzuola, asciugamani, e tutta la biancheria. Nondimeno, la promessa di matrimonio non si prendeva alla leggera. Davanti a notaio si sottoscriveva la costituzione della dote e degli assegni maritali.

Il baule e la promessa di matrimonio

Si sottoscriveva anche la rinunzia della donna a pretese ereditarie sui beni della sua famiglia; anche se questa parte era facoltativa. Spesso era annesso un elenco compilato a mano da una persona di famiglia o amica, capace di scrivere; dove erano riepilogati i beni in tessuti, mobili, oggetti di casa e gioielli assegnati alla sposa. Le suore aiutavano molto le ragazze umili e delle nobildonne con varie prebende, contribuivano per le ragazze senza corredo.

La dote della donna polesana - Merletti per asciugamani

In epoca moderna però, il nuovo diritto di Famiglia non prevede più l’obbligo della dote per le ragazze; ma è stato lento il processo di cambiamento. Eppure, soprattutto nelle campagne, è ancora un punto d’onore portare una dote. E’ rimasta la volontà di dare una continuità ai propri valori e alle tradizioni per le figlie. Per quanto riguarda il corredo, in passato si cominciava il ricamo delle stoffe sin dalla nascita delle figlie femmine.

La dota

Indipendentemente dall’estrazione sociale, i pezzi erano 12 o multipli di 12; conservati in cassapanche di legno o bauli, e descritti su una lista. Un corredo era composto da una parte per la casa ed una personale. Il corredo era generalmente costituito da 24 lenzuoli doppi di puro lino ricamati a mano; 24 semplici, 36 coppie di federe, 12 asciugamani di tela d’Olanda più 6 per gli ospiti.

La dote della donna polesana - Corredo Lenzuola e copriletto

Poi ancora 12 tovaglie d’organza più 6 per tutti i giorni e così via. E ancora camicie da notte di seta, di tela, mantelle, fazzoletti e via dicendo. Oggi rimane nelle tradizioni, il voler far dono di biancheria anche facenti parte di un antico corredo tramandato da generazioni. A differenza del passato, per cui si necessitava di tanti ricambi, oggi prima di scegliere la biancheria, si tiene conto non solo dello stile dell’arredamento, ma anche della capienza della casa e degli armadi.  

La dote della donna polesana o “dota”, dal corredo in poi ultima modifica: 2021-01-05T09:00:32+01:00 da simona aiuti

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Raffaella Natale

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