La calza della Befana povera di un tempo - itCrespino

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EVENTI MEMORIA

La calza della Befana povera di un tempo

La calza della Befana - Panchina con Befana e calze

La calza della befana oggi è ricca, ma un tempo lo era molto meno. Se pensiamo alle Befane del dopoguerra, specie dopo l’alluvione; si cercava di guardare di più alla sostanza e meno alla frivolezza.

La calza della Befana - Strega Simil Befana che vola

Le calze di lana, si facevano a mano dalle mamme e dalle nonne. Servivano per scaldare, e come regalo, alcuni ricevevano proprio della lana da lavorare ai ferri.

La calza della Befana

Un tempo c’era anche l’usanza di mettere ben in vista delle scarpe nuove; che la Befana avrebbe potuto prendere in caso di necessità. Riceverle per i bimbi era n grande lusso. Negli agli anni 50 e ’60 nelle famiglie era quasi solo Santa Lucia e la befana a portare, i doni ai più piccoli; talvolta giochi intagliati nel legno.

Babbo Natale, invece era un’usanza più comune nel Nord Europa. La tradizione locale, infatti, voleva che i bimbi mettessero sotto il camino una grande calza per permettere alla Befana di riempirla di doni. Tanti bimbi già sapevano che avrebbero trovato dei mandarini; anche noci, nocciole, frutta secca e qualche dolcetto fatto in casa. I più fortunati trovavano caramelle, carbone zuccherato e qualche soldino. Alcuni piccini trovavano qualche dieci lire, arachidi, fichi secchi, e poi chissà! Per i più poveri la calza veniva si riempiva di mele e c’era poco da lamentarsi.

Re Magi

Si trattava maggiormente di doni legati al mondo agrario; proprio perché lì affondano le radici della festa. Il mais ad esempio si poteva arrostire sul fuoco, oppure poteva diventare pop corn. Come dicevamo, nelle campagne, nell’antichità pre-cristiana, tra il 5 e il 6 gennaio, si celebrava la morte e la rinascita della natura. I Romani credevano che nelle dodici notti che separavano il solstizio d’inverno da questa ricorrenza; fantastiche figure femminili volassero sui campi appena seminati per propiziare i raccolti futuri.

cesta - Frutta Secca mista

Nei secoli lo spauracchio della “vecchietta” volante su una scopa di saggina, serviva anche a spaventare i bambini e a tenerli buoni. Era meglio cercare d’ingraziarsi la strega buona e non indispettirla con i capricci. Dopotutto si usava molto quel tipo di scopa per pulire l’aia e cercare di scacciare i guai e pure gli spiriti maligni.

Scopa di saggina

Un’altra leggenda ricollega, invece, la Befana ai Re Magi che, non riuscendo a trovare la strada per Betlemme; chiesero informazioni a una vecchietta. Questa si rifiutò d’aiutarli, rispondendo in modo sgarbato.

cartoon - Magi in adorazione

Pentitasi della propria azione, la donna per rimediare riempì un sacco di dolci e si mise in cammino, bussando a tutte le porte alla ricerca di Gesù e offrendo in cambio i doni che aveva portato con sé.

La calza della Befana povera di un tempo ultima modifica: 2022-01-04T09:00:03+01:00 da simona aiuti

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