Un viaggio durato quasi tre mesi da quando il primo novembre, inconsapevole dell’orizzonte, partii per New York. È stato un trimestre intenso che ha chiuso un capitolo della mia vita e dà inizio ad una nuova avventura. Tre mesi di lavoro, divertimento e scoperta di sè e del mondo, che mi hanno accresciuto personalmente.
Cipriani U.S.A.
Ho avuto la fortuna di scoprire una azienda quale la Cipriani USA che ha saputo in modo eccellente trasportare e rappresentare il Made in Italy all’estero. Un’azienda dalle dimensioni imperiali fondata sull’umiltà e sulla semplicità. Una società che basa la sua innovazione nel far bene la tradizione ed è così che i sei ristoranti a New York sono diventati parte integrante della società newyorkese. Gli Stati Uniti sono stati una continua scoperta, ogni giorno sempre più interessanti ed affascinanti. Questo viaggio è stata una sfida perché ho dovuto creare da zero una nuova vita con differenti abitudini oltre a mantenere alcuni impegni che già avevo in Italia.
Il viaggio rende liberi
Questa trasferta mi ha insegnato l’importanza di viaggiare e dell’ascoltare le persone perché la cultura non la si impara solamente dai libri. Questo, è un grande consiglio che rivolgo a tutti gli italiani ma soprattutto ai nostri governatori: ogni viaggio ci dona sapere, curiosità e spiegazioni. Ogni viaggio ci rende meno schiavi del potere e predispone la mente ad apprezzare la “diversità “. Inoltre durante il cammino incontri persone che misteriosamente diventano parte di te. Viaggiare, però, non è da tutti perché bisogna avere un cuore forte in grado di sopportare tutto ciò che lasci ed accettare il nuovo destino alla quale vai incontro. Così ogni ritorno alle radici diventa angosciante, anche se atteso, perché abbandoni quella persona che è in te e che si era abituata alle circostanze e probabilmente non la rivedrai più. Viaggiare inoltre rende liberi e cittadini del mondo con la consapevolezza di essere fieri delle proprie origini.
Il viaggio continua verso nuove destinazioni
La partenza diventa così un addio o un arrivederci alla gente che ho incontrato, ai luoghi che ho frequentato e alla persona che qui lascio per ricominciare con qualche consapevolezza in più e con l’entusiasmo di un nuovo inizio. Vorrei ricordare questo viaggio con qualche spezzone di un’intervista, che Oriana Fallaci nel 1966 fece a Pier Paolo Pasolini, che racchiude il sentimento di New York e di questo viaggio.
« E’ una città magica, travolgente, bellissima. Una di quelle città fortunate che hanno la grazia. Come certi poeti che ogni qualvolta scrivono un verso fanno una bella poesia…..New York è un impegno, una guerra. Ti mette addosso la voglia di fare, affrontare, cambiare…”